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Sintesi Progetto: La riflessione epistemologica del secolo scorso ha prodotto così tante e profonde dicotomie concettuali, da rendere (paradossalmente) ancor più problematica e controversa la stessa idea di ragione umana. Le radicali contrapposizioni tra verità e bene, fatti e valori, spiegazioni e interpretazioni, natura e cultura ecc., hanno infatti impedito di elaborare un modello di ragione, che potesse rendere conto della complessa unità che caratterizza la nostra intelligenza.
Tale esito diventa particolarmente comprensibile, se si considera che l'evoluzione del dibattito epistemologico contemporaneo ha seguito un vero e proprio andamento dialettico: dall'iniziale affermazione del neopositivismo - che in virtù del principio di verificazione, seppur nelle sue differenti formulazioni, ha relegato nel dominio dell'irrazionilità l'imponente mondo delle credenze etiche, estetiche, religiose, ecc. - alla sua completa negazione nell'ambito dell'epistemologia post-popperiana - che in virtù della tesi di incommensurabilità ha invece sostenuto che ad essere insensati fossero proprio i tentativi di tracciare confini precisi e stabili tra razionalità e irrazionalità.
All'interno di questa dialettica, Hilary Putnam rappresenta indubbiamente un momento di sintesi: infatti, se da un lato porta a compimento la missione neopositivista, liberando lo stesso empirismo dai suoi dogmi metafisici attraverso un rafforzamento dei risultati quineiani sull'indeterminatezza del riferimento, dall'altro, non accetta che l'unica alternativa all'impossibilità di un principio di demarcazione semantica, quale condizione sufficiente e necessaria della razionalità, sia il convenzionalismo, e propone di ripensare la ragione umana proprio a partire dalle condizioni storiche e contingenti del suo esercizio, evitando però questa volta le derive relativistiche.
Il nostro obiettivo è dunque quello di saggiare in che modo Hilary Putnam intraprenda un progetto di tale importanza culturale oltre che filosofica, attraverso una valutazione complessiva del suo pensiero a partire da Reason, Truth and History, dove la proposta di una teoria della verità che pone alla base dei "criteri di accettabilità razionale" la stessa idea di bene, si presta ad essere il punto di partenza più adeguato per superare le dicotomie della "ragione alienata".
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